BASILICA DI SAN CALIONIO

L’edificio, con orientamento est-ovest, costituisce la trasformazione di un mausoleo funerario. I lavori, databili alla seconda metà del IV secolo, comportarono la demolizione delle pareti est ed ovest dell'ambiente che furono sostituite rispettivamente dall'abside e dal nuovo ingresso costituito, a quanto pare, da una bifora.

Tra la fine del IX secolo e gli inizi del successivo la cappella venne restaurata dal vescovo Leone III, forse in occasione della collocazione di reliquie di S. Canione, venerato a Cimitile con il nome di S. Calionio o Calione. Tra il 1675 e il 1688 il preposito Guadagni accomodò il tetto dell'edificio e al di sopra vi costruì l'abitazione per il suo vicario. La cappella, che tra XVII e XVIII secolo era utilizzata come ossario, fu ridotta nelle attuali condizioni alla fine del Settecento, quando venne inglobata nelle fondamenta della parrocchiale.

Nell'abside è collocato un grosso altare in muratura, davanti al quale è un pozzetto per reliquie foderato di marmo. Ai lati, due altarini a blocco sono sormontati da nicchie con le immagini dei santi Felice (destra) e Paolino (sinistra) su fondo azzurro. Il primo, che è individuato dall'iscrizione SCS FELIX, indossa un abito rosso e regge con la mano sinistra il codice gemmato. S. Paolino, invece, ha il pallio bianco e la veste rossa.

Allo stesso ciclo pittorico, risalente ai lavori promossi dal Leone III, appartiene il velarium visibile sulla parete destra della cappella. La decorazione del tessuto è davvero ricca: tre gruppi di altrettante semicirconferenze concentriche si alternano ad un meandro rosso, ad un globetto nero con asterisco rosso e ad una croce con quattro dischetti gialli.

Al di sopra del velarium ricorreva un fregio a finte mensole in prospettiva che negli incavi ospitavano degli animali. L'unico visibile, nella porzione orientale della parete, è una colomba che, a quanto pare, si abbevera ad una coppa. L'esempio più antico di questo tipo di decorazione a finte mensole è costituito dai perduti affreschi fatti realizzare da papa Leone IV (847-855) nella chiesa sotterranea di S. Martino ai Monti a Roma.

Testo del prof. Carlo Ebanista